Le origini

Ponte San Pietro sorge sulle rive del fiume Brembo, che divide di fatto il paese in due zone ben distinte. Dista circa sette chilometri da Bergamo e viene considerato il primo paese, provenendo dal capoluogo, nonchè capoluogo dell'area chiamata" Isola" una zona geografica comprendente 21 comuni delimitata dalle acque dei fiumi Adda e Brembo e dalla netta divisione delle valli e delle montagne orobiche antistanti. Il ponte sul fiume Brembo rimanda in un certo senso alla vocazione di punto nevralgico per le comunicazioni.

Giovanni Maironi da Ponte (1748-1833) così descrive il borgo: “Grosso e mercantile villaggio capoluogo del quinto distretto, resta nel sito ove la strada provinciale si divide andando un ramo per la così detta quadra dell'isola e ai due passaggi sull'Adda di Capriate e di Villa D'Adda e l'altro a quello di Brivio e di Lecco attraverso la valle San Martino (dizionario Odeporico, vol. III).

Per questo centro non si può parlare di una vera e propria fondazione, quanto piuttosto di una formazione legata al fatto che si trova in un punto strategico per le comunicazioni. Il nucleo storico di Ponte San Pietro è infatti cresciuto lungo le vie di comunicazione diramatesi sulle due sponde del Brembo e aventi nel ponte un importante elemento di 'cerniera'. La struttura urbana, di tipo complesso, si è aggregata quindi secondo un modello raggiforme o stellare, schema che ha perso poi le sue connotazioni morfologiche nell'ultimo secolo.

Il nome si pensa derivi dalla presenza di un piccolo ponte sul fiume Brembo e dall'annessa piccola chiesa dedicata a San Pietro, testimoniata per la prima volta in una pergamena dell’ 881 (“Basilica Sancti Petri sita ad ponte Brembi”).

Ponte San Pietro, era comunque una zona di passaggio in un punto del letto del Brembo difficile da attraversare in barca; pertanto i primi insediamenti diedero origine a due Comuni distinti, uno da una parte del fiume (Put de là) e uno dal (Put de za). La Città di Ponte San Pietro nacque tra il 1447 e il 1453 in seguito all’unione proprio di questi due antichi Comuni.

Le chiese parrocchiali

Il 18 febbraio 1299 è attestata la presenza del primo parroco. Manfredino de Melioratis, negli ultimi anni del tredicesimo secolo, costruì un castello nell'attuale centro storico, insediamento distrutto probabilmente dai veneti agli inizi del ‘700. Parte dei materiali demoliti furono riutilizzati ampliare l'allora chiesa parrocchiale , che sarà sempre ricordata come “Chiesa Vecchia”.

Questo edificio ospita oggi uno splendido Diorama presepistico; opera di scultori provenienti da ogni parte del mondo, che richiama molti visitatori ogni anno. Le statue del sagrato ,scolpite negli anni 1745 e 1748, sono di A. Maria Pirovano, così come lo stemma del comune di Ponte San Pietro che reca la data del 1747.

All'interno si conservano tre tele di Giovanni Carobio il Vecchio (1691-1752), nel coro, una sant'Anna di Piero Roncelli (1560 circa-1620 circa) e i 15 Misteri del Santo Rosario di Luigi Galizzi (di cui tre sono di Selene Scuri e una di Enrico Scuri, suo suocero).

Le chiese cparrocchiali del territorio comunale sono oggi tre: quella di santi Pietro e Paolo voluta da Antonio Begnis (1863-1922),e completata da don Giovanni Battista Lombardi (1883-1952), fu realizzata dagli ingegneri Elia (padre) e Dante (figlio) Fornoni dal 1913 al 1934 8anno della consacrazione); quella di sant'Antonino, consacrata nel 1902, nella frazione di Locate , infine la chiesa del Cuore Immacolato di Maria, eretta a parrocchiale nel 1972 presso il 'Villaggio Caproni', edificato dal 1934 al 1940. Il diciasettesimo secolo fu contrassegnato da una grande calamità, la peste; il “memorando contagio”- come viene definito da Lorenzo Ghirardelli , portò alla morte il 63% della popolazione, morirono infatti 438 persone e se ne salvarono solo 256. La maggior parte dei cadaveri venne sepolta “ad baracas”, ossia nel cimitero allestito vicino al Lazzaretto, situato verosimilmente nella zona di Briolo. Nella terza decade del mese di giugno 1646 una disastrosa alluvione causò notevoli danni a persone e a cose. A fronteggiare la situazione, sul piano spirituale si mise in evidenza la figura di Don Costanzo Pizzoni a cui è dedicata una via nel quartiere di Briolo.

Secoli 18° e 19°

Tra il 1750 e il 1780 in località Sottoriva (sub ripa) di Locate sorse la settecentesca Villa Mapelli Mozzi.

L'edificio è di stile neoclassico, sia per impianto a 'U' dentato, che per il partito architettonico decorativo con ordini sovrapposti di lesene che spartiscono il corpo centrale in cinque campiture d'uguale larghezza.

Del progetto di architetto ignoto (forse un valente allievo del Piermarini - sembra infatti da escludere la possibilità di un intervento diretto del famoso artista) ne è coeva la Villa Reale di Monza che non raggiunge, secondo alcuni, risultati perlomeno identici alla Mapelli/Mozzi, se non per la mole.

Il secolo seguente si aprì con l'editto di Saint – Cloud (12 giugno 1804), con il quale sorgeva l'obbligo di seppellire i morti “fuor de guardi pietori..” In Italia tale editto fu reso esecutivo il 3 ottobre 1806 e l'ultimo sepolto sotto il pavimento della vecchia chiesa parrocchiale fu un ragazzo (puer nomine Petri Roncalli filius Vincenti) il 25 settembre 1809; da quel momento in poi divenne operativo il cimitero costruito presso l’attuale stazione ferroviaria.

Il 24 maggio 1836 veniva chiuso al traffico il ponte vecchio, che nel 1838 per l'Ingegner Ferranti contava “sicuramente più di quattro secoli d'età”. Il 16 agosto 1837 fu aperto alla circolazione il ponte nuovo, su progetto del 1826 dell'ingegner Benedini; e oltre a tale ponte, nel 1959 più a nord veniva inaugurato quello intitolato all'ingegner Luigi Pasinetti (1891-1957) sul quale transita attualmente la SP 342 denominata “Briantea”.

Garibaldi fu seguito nella spedizione dei Mille da due Pontesanpietrini: Napoleone Bassani (1836-1900) e Giuseppe Masnada (1816-1865).

Nella seconda metà del diciannovesimo secolo venivano inaugurate le linee ferroviarie per Lecco e Carnate.

Il 4 novembre 1863 partì il primo treno per Lecco, mentre il tratto da Ponte San Pietro a Carnate fu attivato il 1 luglio 1889.

La ferrovia rappresentò un forte incentivo per l’arrivo a Ponte San Pietro della famiglia Legler, industriali tessili, i quali necessitavano di mezzi di trasporto. Il 1 ottobre 1875, con rogito del notaio Virginio Grezzi, ben undici mappali della zona di Brembate di Sopra divennero proprietà di Matteo Legler ; su questa area egli impiantò un grande cotonificio che rappresentò una tra le maggiori industrie locali fino alla fine del XX secolo, dando lavoro a migliaia di persone per più di 4 generazioni e contribuendo in modo significativo alla trasformazione del Paese da agricolo ad industriale.

Nel corso della seconda guerra mondiale, Ponte San Pietro è stata spesso bombardata a causa della presenza del ponte ferroviario che veniva utilizzato dalle truppe tedesche per l'approvvigionamento di materiale bellico tra Bergamo e Milano. Durante le incursioni degli alleati, gran parte del territorio circostante fu devastato dalle bombe e morirono decine di cittadini.

Ponte San Pietro ai giorni nostri

Attualmente il paese di Ponte San Pietro è composto da tre quartieri Briolo , Villaggio Santa Maria e Clinica, e da una frazione Locate. Quest’ultimo è localizzato nella parte nord ovest del Paese ed è nato come raggruppamento di cascinali, alcuni dei quali tuttora presenti, che servivano per il lavoro nei campi; è già citato come Comune autonomo negli statuti cittadini del XIV secolo Comune di Ponte San Pietro agli inizi del XX secolo (Regio Decreto n.2351 del 04.12.1927 ).