Descrizione
1. Storia dell'edificio
Nel 1912 l’architetto Elia Fornoni presentò il progetto per la costruzione di una nuova parrocchiale a tre navate, sormontata da una grande cupola a vele.
Il 14 settembre 1913 il vescovo Giacomo Maria Radini Tedeschi benedì la prima pietra della nuova chiesa, ma la guerra impose il blocco forzato dei lavori fino al 1927, quando ripresero grazie alla determinazione del parroco Giovan Battista Lombardi. Quell’anno fu presentato un nuovo progetto dall’ingegner Dante Fornoni che prevedeva un’unica e vasta aula coperta da volte nervate.
I lavori proseguirono speditamente al punto che nel settembre 1930 l’edificio poteva dirsi terminato. Attraverso sacrifici di ‘tasche e braccia’, la popolazione di Ponte San Pietro aveva dato prova di grande tenacia e generosità. Per esempio, gli operai del cotonificio Legler avevano deciso di devolvere un quarto d’ora della loro paga per sovvenzionare l’impresa architettonica, mentre gli “operai del Basso Brembo” trasportavano fino alla mezzanotte sabbia, ghiaia e pietre del fiume al cantiere.
La Chiesa fu consacrata il 28 aprile 1934 dal vescovo coadiutore di Bergamo, monsignor Adriano Bernareggi, che trasferì l’antico titolo dei Santi Pietro e Paolo.
2. Note architettoniche
La parrocchiale, ispirata a forme neogotiche, fu costruita utilizzando pietra di Bagnatica e granito ghiandone per le colonne.
Il mosaico nella parte superiore della facciata venne realizzato nel 1975, partendo da un cartone di Emilio Nembrini. Nel medesimo anno fu costruito anche l’imponente portale in grigio orobico e rosso magna boschi, completato cinque anni più tardi da Stefano Locatelli con una scultura in rosa di Finale Ligure raffigurante Gesù che accoglie i fedeli.
Una volta entrati si rimane ammaliati dalla imponente aula che, sotto la volta, raggiunge i venticinque metri di altezza. La copertura è composta da un’ossatura in ferro e tegole curve che poggia sopra un manto di tavelloni armati, mentre il pavimento è in marmo bianco e nero di Toscana.
L’altare maggiore – realizzato nel 1933 a partire da un disegno di Dante Fornoni – è impreziosito con alcune statue di Alessandro Sanz recuperate dalla tribuna della vecchia parrocchiale e con sculture di Beppe Rossi e Francesco Spanghero. Al presbiterio si accede tramite una ampia gradinata in Bardiglio scuro di Carrara che collega l’altare maggiore ai due laterali intitolati al Sacro Cuore e a Santa Teresa di Lisieux. La balaustrata a transenna in rosso Francia e verde Levanto, sulla quale sono riprodotti i timoni di una nave, è opera della locale ditta Preda. Le quattro cappelle laterali sono delimitate da pilastri a fasci, poggianti su un massiccio basamento in porfido nero lucido, sui quali si innestano gli arconi a sesto acuto delle cappelle e gli archi a tutto sesto e le nervature a fascio divergente della volta. Quest’ultima si presenta come una grande e simmetrica chiglia di nave rovesciata che si raccorda ala volta, pure nervata, del presbiterio.
3. Altare di San Clemente
Non si sa in quali circostanze, nel 1968, la famiglia del barone Scotti sia entrata in possesso delle spoglie di Clemente. La tradizione narra della volontà del nobile bergamasco di donare la reliquia del Santo a una chiesa situata nei dintorni di Ponte San Pietro.
Il carro su cui era caricata la teca avrebbe perso una ruota all’inizio dell’attuale via Roma, in corrispondenza della porta laterale della vecchia parrocchiale di Ponte, e così, data l’impossibilità di riparare il guasto, il barone avrebbe comandato che il corpo venisse portato all’interno della chiesa per essere collocato sotto la mensa di un altare a lui dedicato.
Le sue spoglie rimasero in quel luogo fino al 1934, quando furono traslate nell’attuale parrocchiale. L’altare, progettato da Dante Fornoni, è realizzato in marmi policromi. Sulla sommità due sculture in terracotta di Costante Coter raffiguranti la Carità e la Giustizia.
4. La Consegna delle chiavi a San Pietro
L’affresco si trova nel lunotto semicircolare al culmine dell’altare del Crocifisso e raffigura la Traditio clavis, ossia Gesù che consegna le chiavi a San Pietro, inginocchiato di fronte a lui.
Il dipinto, come la Predicazione di San Pietro, il San Pietro battezza nelle catacombe e il Quo vadis, Domine? è stato realizzato nel 1933-1934 dal gandinese Pietro Servalli.
5. Il campanile
Progettato nel 1952 da Dante Fornoni, il campanile – rivestito di pietra lavorata di Credaro e di gialletto spuntato – cominciò a essere costruito nel febbraio 1955 all’epoca del parroco Alberto Casari.
A ottobre il campanile era pronto fino alla cella campanaria. I lavori ripresero nella primavera del 1956 e a dicembre fu completata anche la cuspide (raggiunge gli ottantaquattro metri), la quale è rivestita con trecento metri quadrati di rame proveniente dalla fusione del pentolame donato a tale scopo dalla popolazione di Ponte San Pietro. Il febbraio seguente fu acquistato l’orologio e si procedette al completamento della cella campanaria.
Il concerto di dieci campane venne fuso dalla ditta Angelo Ottolina ne 1957 e consacrato dal vescovo di Bergamo Giuseppe Piazzi il 15 dicembre seguente.